Autore: Massimiliano Spinello Fotocamera Nikon D800 Lente: Sigma 300 f2,8 con moltiplicatore 1,4x Sigma Esposizione: f8 1/640 sec a 420mm ISO 4000 Sempre più spesso e adirittura nelle città, possiamo incontrare lo scoiattolo bruno "Sciurus vulgaris" che molto tranquillamente si nutre nei nostri giardini o nei boschi di conifere. Incontrarne uno fa sempre molto piacere. Sono molto particolari e agili nello spostarsi, come se avessero delle strade segnate tra i rami delle piante che frequentano. Ho avuto la fortuna di fare qualche scatto a questo splendido esemplare solo perchè mi controllava a distanza, e non aveva nessuna voglia che io mi avvicinassi più di quanto avessi già fatto. Autore: Domenico Di Cola Fotocamera:Nikon D600 Lente NIKON 80-400 af-s VRII 4.5-5.6 Esposizione: f 7.1 1/640 sec a 240 mm ISO 100 Ad inizo gennaio ero salito sul Monte Spinale per una ciaspolata in notturna con la luna piena, attendendo il buio ed il sorgere della luna c'era questo stupendo tramonto proprio dietro l'Adamello. Il sole era basso sotto la coltre di nuovole ed il vento sferzava le cime della catena montuosa sollevando la neve ed esaltando il gioco di luci ed ombre. Autore: Andrea Piccirilli
Fotocamera:Nikon D300 Lente: Minolta Md 50 mm f1,4 Esposizione: f 2.8 1/800 sec Sole di Gennaio Autore: Massimiliano Spinello
Fotocamera Nikon D800 Lente: Sigma 300 f2,8 Esposizione: 1/250 sec f/4 Iso speed: 4000 Era da parecchio tempo che desideravo avere una foto del Picchio muratore (Sitta europaea),ma per quanto io abbia potuto fare per immortalarlo anche per una sola volta,non ci sono mai riuscito. Continuo a pensare alla stagione strana che in questo anno ancora ci regala giornate con un sole molto caldo,ma è pur sempre Novembre, e le probabilità che gli insetti che frequentano le cime degli alberi,insetti di cui si ciba questo animale,comincino a scarseggiare e quindi a fargli frequentare zone più ad altezza d'uomo.E' un'animale che ti inganna,quando te lo trovi davanti,ti rendi conto di come sia veramente difficile fotografarlo visto la sua piccola statura (è un uccello passeriforme) e la sua agilità nel balsare da un ramo all'altro, sale e scende a testa in giù aggrappato alla corteccia degli alberi in maniera veramente impressionante,aiutato anche dai suoi artigli che non sbagliono mai una presa. Al contrario ha un canto sicuro e notevole,che come dicevo non penseresti mai ad un animale di quella statura. E' bello sapere che i boschi dei nostri fiumi ci siano animali così belli e particolari,e questo ne è solo uno trà le tante spece che spero possano diventare sempre di più,segno di un territorio controllato e in difesa della fauna che lo frequenta. Autrice: Nilvana Pasqualini
Fotocamera: Nikon D700 Lente: Sigma 150-500 mm Esposizione: 1/800 sec f/7,1 Iso Speed: 1000 Località: laghetto nei pressi di Ripa Bianca Il Marangone minore, detto anche "Cormorano pigmeo" proprio perché è il più piccolo della famiglia dei cormorani, è presente in Italia solamente da alcuni decenni (il primo avvistamento nel 1981 a Comacchio). Questa foto è stata scattata in un laghetto nelle immediate vicinanze dell'Oasi di Ripa Bianca, un laghetto dove i marangoni arrivano in gruppi numerosi, probabilmente attratti dai diversi posatoi che sporgono dall'acqua dove loro hanno l'abitudine di sostare per asciugare le ali al sole quando riemergono dalle loro battute di pesca. Le loro piume, infatti, non sono impermeabili, ma hanno una struttura che consente all'acqua di penetrare rapidamente e di espellere l'aria, per favorire le immersioni in acqua per pescare. Di solito mi diverto ad osservarli da lontano, mentre arrivano la mattina, puntualissimi, con i loro tuffi acrobatici, o mentre giocano tra loro in acqua. Quella mattina mi sono infilata nel fitto canneto dove avevo creato un rudimentale appostamento, e ho potuto osservare da vicino la scena del loro arrivo. Non ho avuto il coraggio di scattare subito, continuavano ad arrivare e a contendersi i posatori, ed io sono rimasta a lungo immobile incantata e affascinata da questo spettacolo e temevo che il rumore dello scatto li potesse disturbare. Dopo un po', forse allarmati da un elicottero che volava lontano, hanno iniziato a tuffarsi e a volare via: tutti tranne uno che si guardava intorno con espressione interrogativa come a chiedersi il motivo di tanto allarmismo. Sebbene a livello globale la loro specie risulti minacciata, il numero dei marangoni minori in Italia è in notevole incremento, e questo grazie alle oasi faunistiche come Ripa Bianca dove la tutela di queste specie è garantita e dove il marangone può trovare adatti siti riproduttivi e dormitori. Dato che la sua sopravvivenza è legata, in maniera indissolubile quindi, allo stato di conservazione delle nostre aree umide, mi auspico che queste oasi di protezione diventino sempre più numerose in questo nostro paese, che il marangone ha scelto come patria, diventando, a tutti gli effetti, nostro concittadino. Autore Domenico Di Cola
Fotocamera: Nikon D600 Lente: Nikon 14-24 a 14 mm Esposizione: 8 sec f4 ISO Speed: 1600 iso Doppia esposizione Dell'aurora boreale ne avevo sentito parlare, avevo visto diversi scatti ed era entrata nel mio mondo dei sogni come una di quelle cose da fotografare ma, soprattutto da vedere. Così in occasione del viaggio in Islanda ho cercato di organizzare il periodo per avere anche una minima possibilità' di poterla vedere, sono andato a fine agosto. La fortuna e' stata dalla mia parte e sia la seconda che la terza sera il cielo era terso così verso la mezzanotte sono uscito con mia miglia alla ricerca dell'aurora che non si è' fatta attendere ed ha iniziato il suo spettacolo anche se non era completamente buio, in un primo momento era solo un debole bagliore verde che poi col passare dei minuti si è intensificato ed ha iniziato a danzare. Questa meraviglia della natura ti lascia senza fiato, senza parole, e' una cosa che da sola vale il viaggio! Autore Massimiliano Spinello
Fotocamera: Nikon D800 Lente: 105 f2.8 Esposizione: f6.3 1/320sec Iso 1600 L'estate difficile di questo anno mi ha stimolato nel fare uscite mattutine alle prime luci, e a frequentare dei boschetti vicino casa. Mi è sembrato di vedere dei paesaggi autunnali sotto l'aspetto di umidità e temperature al quanto basse,e gli animali che con essa escono per cercare cibo. Molte volte guardare un bosco solo con una panoramica generale, ti fa perdere i particolari che sono nascosti in se. Fermandosi a guardare più intensamente ciò che ti è intorno, ti accorgi che la luce che comincia a penetrare lenta tra i rami,illumina poco a poco tutti gli esserini che vivono in quel boschetto. Una Chiocciola bianca,che faticosamente si arrampica su di un ramoscello,mi porta a fotografarla.Una sensazione fantastica poter partecipare a questo spettacolo di colori e riflessi. Una sensazione che provo ogni volta che vivo questi momenti in quei boschi. Autore Andrea Piccirilli
Fotocamera: Nikon D300 Lente: 105 VRII f2.8 Esposizione: f4.5 160sec Tubaria Hiemalis. Questo funghetto con diametro di circa 3 cm, l'ho fotografato in una giornata fredda ma assolata di febbraio in un bosco dei Monti Sibillini. E' una foto in controluce e tutto quel colore arancione non è altro che il riflesso del colore tipico di questo fungo che ha illuminato non solo la parte dietro del sipario ma anche dato riflessi arancioni ai piccoli licheni. Autore Lorenzo Coacci
Fotocamera: Canon 6d Lente: Canon ef 85 1.2 L Esposizione: f1.2 190sec Iso 400 L'arrivo dell'estate, coincide con tanti cambiamenti della natura che ci circonda e nelle notti di fine maggio Iniziano ad apparire le lucciole. Ho sempre vissuto in periferia, in quella terra di confine che divide la città dalle nostre belle campagne. Fin da bambino ne rimanevo incantato, piccole luci danzanti che mi facevano sognare, ancora ricordo quando ne portavo un po' nella mia camera x vederle volare nella stanza. Sono anni che le volevo fotografare ma solo con l'arrivo delle ultime reflex, capaci di tenere bene il rumore agli alti ISO, mi sono cimentato in questa esperienza. Sono riuscito ad ottenere questa foto dopo alcune notti passate alla ricerca di questi luminosi coleotteri. Ho deciso di preferire un po' di rumore in più ma preservare intatto lo spirito dell'AFNI eseguendo un unico scatto di più di 3 minuti. Devo dire che la cosa più difficile è stata comporre una scena interessante nel buio più assoluto.. :) Autore Simone Bolognini
Fotocamera: Canon Eos 60d Lente: Tamron 90mm macro + tubo di prolunga Esposizione: f/8 1/640 Iso 1600 Ci sono giorni, dove il desiderio è quello di godersi un po di tranquillità. Staccare la spina dall'ufficio, non pensare, lasciare a casa tutto. Ed allora niente di meglio di un bel prato in montagna. Con la macchina fotografica il tempo passa piacevolmente, il rumore del vento, il panorama, le prime luci del giorno, ogni tanto un cenno ad un amico che distrattamente, cercando la luce buona, si è allontanato. Mano a mano la vista si abitua e si colgono piccoli movimenti tra il verde quasi uniforme dei fili d'erba. Appaiono quelle piccolissime creature che si credono (e fino ad certo punto lo sono realmente) invisibili. Sdraiati a pancia in giù, con la testa affondata nell'erba ed il fresco dell'umidità che entra nei vestiti, si iniziano a notare... chi salta, chi striscia, chi cammina e chi fa piccoli voli. e poi Lei, Libelluloides Coccajus. Non mi è nuova ma mi incuriosisce perché mi ha visto ma non vola via... si limita a girare intorno al filo d'erba, se solo mi sposto per vederla meglio, come se questo bastasse a nasconderla. Il tempo di uno scatto e poi, divertito da questo strano modo di fare, la lascio in pace. E' ormai mezzogiorno. Tornando, camminiamo nel prato ed è impossibile non pensare a quanti piccolissimi occhi stanno all'erta dietro ogni filo d'erba, girandoci attorno e senza perderci mai di vista. Pronti a schizzare via, fino a che non siamo lontani. Autore: Marco Boncompagni
Fotocamera: Nikon D7000 + Custodia Isotta Lente Nikkor 60 mm f2.8 Flash 2 x Inon Z 240 Specie Parablennius incognitus Un blennide, si insomma una bavosa, che nella convinzione comune è uno dei tanti esseri insignificanti che popolano il nostro Adriatico. Niente di più assurdo per me. Quando la bavosa, dopo lunghi minuti di attesa, vinta dalla innata curiosità si lascia avvicinare, capisci quanto sia vero che nessun animale può essere definito insignificante. Una bellissima livrea (manco fossimo ai tropici) e quegli occhi enormi che ti seguono in ogni minimo movimento. Scatti indietro ad ogni tua espirazione ed in avanti durante la pausa che segue ogni inspirazione; scatti che però man mano che il tempo passa diventano sempre più impercettibili. Arriva addirittura il momento in cui preso il coraggio a due pinne, esce allo scoperto e comincia a mangiare, ma sempre senza perdere di vista l’enorme faccione mascherato che sta li a meno di 30-40 centimetri. Magari se sei fortunato ne arrivano altre e cominciano a beccarsi e scacciarsi a vicenda gelose del proprio orticello, uno spettacolo! Sarebbe da passarci delle ore se non finisse l’aria . . . |
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Agosto 2023
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